«Di me sarete testimoni»: Vite che parlano

Il mese missionario, che viene celebrato e vissuto a ottobre, trova il suo principale riferimento tematico nel messaggio di Papa Francesco, che quest’anno porta il titolo «Di me sarete testimoni» (At 1,8). Il Papa ci dice: «Come Cristo è il primo inviato, cioè missionario del Padre (cfr Gv 20,21) e, in quanto tale, è il suo «testimone fedele», così ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone di Cristo. E la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo. L’identità della Chiesa è evangelizzare».

L’identità della Chiesa è quella di evangelizzare, il nostro essere è portare, vivere e testimoniare il Vangelo. Che vasto campo da percorrere, direbbe Sant’Eugenio!

Il messaggio di Papa Francesco ci ricorda che ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone di Cristo e che al cuore della missione c’è Colui che si è fatto Parola e ha condiviso la nostra vita umana. L’essenza della nostra missione di battezzati e discepoli è di dare testimonianza al Cristo. In questo senso, la missione sarà sempre «missione ad gentes», ovunque nel mondo. E anche se siamo soli, la nostra missione e testimonianza sarà sempre in nome del Cristo e della sua Chiesa.

Le nostre vite, allora, parleranno del Cristo, del Vangelo; di più: le nostre vite diventano pagine vive di Vangelo. E siamo noi a scrivere queste pagine di Vangelo: pagine talvolta sofferte, altre volte piene di entusiasmo e di gioia. L’importante sarà scrivere le nostre pagine di Vangelo.

Nei testi biblici ci sono molte «vite che parlano», in un modo o nell’altro tutte parlano e parlano a noi. Ogni personaggio biblico, infatti, mette in rilievo dei doni e degli aspetti della nostra vita, oppure una Parola che diventa lampada e luce sul cammino di noi pellegrini di ogni tempo e di ogni Paese.

Nei prossimi mesi vorremmo proporvi alcune vite che parlano, che ci raccontano di loro, della loro vita, del loro essere discepoli e missionari. Vite di Oblati, ma anche di laici uomini e donne. Vite donate a Dio, al Vangelo, alla Chiesa, alla Missione. Vite che non solo parlano della propria missione, ma prima ancora di un cammino di fede, di speranze e di sogni.

Vite che si sono aperte a una relazione con Dio, e per questo entrano a far parte della storia della salvezza, la storia di Dio con gli uomini. Vite che si sono lasciate permeare e trasformare dall’agire dello Spirito in loro, e quindi capaci di riprodurre in loro il Cristo per donarlo ad altri.  

Vite appassionate alle vicende di quegli uomini e donne con cui i loro cammini si sono incrociati. Vite che ci dicono che è possibile vivere in modalità pienamente umane ed evangeliche. Vite che profumano di umanità e di divino.

Vite che parlano di missione, perché ognuno di noi è una missione.

Vite che parlano: sono persone che si donano con il loro vissuto, con la loro umanità. Persone che si fanno loro stesse racconto di Dio, quel Dio che entra nelle nostre vite e si prende cura di noi.

Sul loro esempio vogliamo anche noi imparare a far sì che le nostre vite «parlino» e siano, pur nella semplicità, una testimonianza del Signore Risorto e del suo Amore per noi.

Flavio Facchin omi