Vite che parlano: Elisa Mor

Elisa, bresciana, è sposata ed è madre di tre ragazze. Svolge la professione di medico ospedaliero ginecologo. È una donna che vive nel quotidiano la missione o le varie missioni che sono i suoi impegni di vita e di lavoro, con passione ed entusiasmo. Vent’anni fa è venuta a trovarmi a Temento, in Senegal, e da allora conserviamo una bella amicizia.

Elisa, cosa ci racconti di te, della tua vita? 

Chi non si è mai sentito rivolgere la domanda: cosa vuoi combinare nella vita? Qual è lo scopo della tua esistenza? E chi te lo fa fare di impegnarti così tanto? Qual è la tua ragione di vita? Sono interrogativi che una persona si pone non solo nella fase giovanile, ma periodicamente possono tornare a bussare alla porta del nostro cuore. La risposta che mi sono data da giovane e che vado a rispolverare quando mi capita di perdere la direzione e la motivazione del mio agire è: voglio che la mia vita SERVA a qualcosa, voglio FARE LA DIFFERENZA, voglio vivere per qualcosa di GRANDE. E come nel film «L’attimo fuggente», non voglio ritrovarmi alla fine della mia esistenza e scoprire di NON ESSERE VISSUTO.

Mi dici che «Il battesimo ci rende tutti missionari» e che vivi il tuo essere missione mettendoci il cuore…

Sì. Partita dall’assioma granitico che DIO-ESISTE-E-MI-HA-CREATA-PER-UN-MOTIVO, sto passando la vita a seguire gli input che man mano Lui mi dà, attraverso le situazioni che mi fa vivere e le scelte che mi propone. Tenendo sempre presente che NON È UN CASO se sono finita su questa Terra in un preciso momento storico, in una determinata città e in una particolare condizione famigliare. Così mi ritrovo a 47 anni ad essere moglie da 18 anni di un anestesista, una madre di tre figlie di 16, 14 e 11 anni, un medico ospedaliero ginecologo, una sorella con 4 fratelli, una figlia di genitori ottantenni, un’amica con sempre più persone tra le mie conoscenze. In ognuna di queste condizioni, la mia missione è METTERCI IL CUORE, con passione ed entusiasmo. Perché questo è il modo per sentirmi VIVA e AMATA e GRATA.

Praticamente cosa succede?

In concreto? Ogni piccola cosa può essere occasione di amare: preparare la cena, sistemare le scarpe lasciate in giro, sbrigare faccende burocratiche domestiche, rispondere ad un messaggio o ad una mail, chiamare una persona che non sento da un po’ di tempo, dedicare ascolto alle mie figlie, fare una passeggiata con mio marito o una sciata con gli amici, rinunciare a qualcosa per un imprevisto, fare il mio lavoro non aspettando la fine del turno ma vivendo intensamente il servizio… TUTTO può essere vissuto tenendo gli occhi fissi su quella frase di Gesù «Qualunque cosa avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatta a ME» (Mt 25,40). In questa tensione continua, pur con limiti, fallimenti e momenti di stanchezza, passo attraverso la vita alla ricerca di Gesù e lasciandomi da Lui trovare.

Elisa, ancora una parola…

Auguro a te e a tutti di metterti in ascolto dei tuoi desideri più profondi che sono la voce di Dio dentro di te. Ti auguro di metterti in cammino con altre persone seriamente e gioiosamente intenzionate a cogliere il succo della vita. Ti auguro di incontrare MAESTRI, modelli, padri e madri spirituali che possano aiutarti a discernere ciò che davvero CONTA e guidarti nel realizzare quella missione che sei chiamato in modo unico a vivere. La tua missione non è lontano, è QUI, è ORA. E abbi fiducia! Dio sa di cosa hai bisogno e te la darà, per vivere pienamente la tua vita da figlio del Re.

A cura di Flavio Facchin omi