Tutti fratelli? … non lasciamoci rubare la missione

«La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli» (FT 12). 

Ritrovare e promuovere il valore della fraternità diventa un impegno. La fraternità e la comunione, che sono beni importanti nella vita della Chiesa, diventano un vero e proprio impegno missionario. Da sempre l’annuncio della fede in Gesù Cristo ha come conseguenze la fraternità e la comunità: «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere» (At 2,42) così da vivere nell’amicizia fraterna di «un cuore solo e un’anima sola» (At 4,32). Il Vangelo è l’annuncio che siamo figli e figlie di Dio, tutti fratelli, tutti amati da Dio. Perché non considerare il Vangelo come modo di pensare e di operare? 

Chi ama Dio non può restare indifferente all’altro. Chi ama Dio dovrebbe sentire l’impegno di rapportarsi all’altro, di conoscerlo, di farsi prossimo per cercare il suo bene. Papa Francesco, nella lettera enciclica «Fratelli Tutti», propone come modello di fraternità e di amicizia sociale la parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37). Questo racconto, che nelle pagine del Vangelo di Luca è inserito nel discorso missionario ai «settantadue discepoli», afferma che il farsi prossimo, il prendersi cura dell’altro e la compassione sono l’anima della missione. Anche il tema del recente mese missionario in Italia ci invitava ad essere «tessitori di fraternità». Una bella sfida da accogliere! Infatti, se alla fine dell’Ottocento, il filosofo Nietzsche aveva proclamato la morte di Dio, oggi potremmo dichiarare che nella nostra società anche il prossimo è morto! Ovviamente, non si vuole affermare né la morte di Dio né del prossimo, ma s’impone la constatazione che per molti si può vivere senza Dio e senza il prossimo. Pur stando vicini, di fatto ognuno può isolarsi e vivere da solo e senza bisogno degli altri. Come Dio non è più necessario, ora anche il prossimo non è più necessario. I mezzi di comunicazione sociale, se da una parte ci avvicinano, dall’altra ci fanno stare da soli, perdendo il senso e la necessità del vivere con gli altri: «ci siamo ingozzati di connessioni e abbiamo perso il gusto della fraternità» (FT 33).  

La fraternità e l’amicizia sociale fanno parte inevitabilmente della missione del nostro tempo: siamo chiamati ad essere tessitori di fraternità per far ritornare il bisogno degli altri, per condividere insieme un po’ del nostro tempo, per superare la frammentazione delle relazioni, per combattere le divisioni, per abbattere i muri invisibili che abbiamo alzato fra di noi come l’indifferenza, il razzismo, il sovranismo, la xenofobia… Atteggiamenti sui quali l’uomo deve sempre vigilare.

Il sogno di un’umanità più fraterna fra le persone e i popoli, che viene presentato da papa Francesco, è la speranza di costruire una fraternità sociale, politica, economica e religiosa in cui è fondamentale «rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza» (FT 106).

Nonostante il nostro mondo sia offuscato da tante ombre, fortunatamente ci sono anche molti segni di speranza e frammenti di fraternità perché «Dio continua a seminare nell’umanità semi di bene» (FT 54).

Frammenti di fraternità sono presenti nell’impegno di tanti sposi che cercano di condividere la loro vita e, come genitori, di educare con passione i loro figli, spesso fra difficoltà e sacrifici.

Frammenti di fraternità sono visibili in tanti sacerdoti, religiosi e religiose, uomini e donne che con generosità cercano di rendere la Chiesa luogo della presenza di Dio e strumento di carità nel «farsi prossimo» ad ogni uomo.

Frammenti di fraternità si riconoscono in medici, insegnanti, scienziati, politici e forze dell’ordine, operai, lavoratori che esercitano le loro professioni con senso di responsabilità per portare il loro contributo alla nostra società. 

Frammenti di fraternità si identificano in tanti volontari che in molti settori spesso colmano le carenze delle nostre strutture rimboccandosi le maniche e operando con entusiasmo.

Frammenti di fraternità si trovano nella collaborazione fra Stati, Associazioni e la Chiesa stessa; questi creano canali di solidarietà con paesi e popoli ancora bisognosi di aiuti per sviluppare le loro economie, frenare i flussi migratori, contribuire alla salvaguardia del creato.

Frammenti di fraternità sono le diverse forme di sostegno fra cristiani e musulmani delle quali io stesso sono stato testimone e protagonista in Senegal, per innescare processi di sviluppo per tanta gente: dal campo sanitario a quello educativo, dai progetti di sviluppo agricoli ai corsi di formazione per aiutare uomini, donne e giovani ad avere un lavoro. 

Frammenti di fraternità vissuta… quanti segni di speranza rendono sacra la vita di donne e di uomini che operano per un mondo migliore! E quanti altri di questi segni resteranno per sempre «nascosti», vissuti nell’intimità con discrezione e dedizione di tutta una vita, segni che poi, come il seme di grano che muore nel silenzio, porteranno frutto in abbondanza. 

Questi frammenti di fraternità fanno parte della missione della Chiesa: Missione è annunciare e condividere la nostra fede, Missione è dialogare con altre religioni, Missione è operare per il bene di ogni uomo con carità e amore, Missione è far germogliare tanti frammenti di fraternità per costruire insieme un mondo di giustizia e di pace, di progresso e di condivisione, di «amicizia sociale». Coltiviamo insieme il sogno di essere «Tutti fratelli». Noi per primi facciamoci prossimi e fratelli affinché l’umanità diventi una fraternità senza confini. Ogni battezzato non può che essere missionario perché ogni Persona è il mio Prossimo, ogni Altro è mio Fratello e Sorella.

Concludiamo con un testo stupendo di Charles de Foucauld il quale, con parole semplici ma quanto mai impegnative, ci suggerisce lo stile con cui vivere la prossimità, con delicatezza infinita e con la cura ai piccoli dettagli: «Sforziamoci di avere un’infinita delicatezza nella nostra carità; non limitiamoci ai grandi servizi, ma coltiviamo quella tenera delicatezza capace di curare i dettagli e che sa riversare con gesti da nulla tanto balsamo nei cuori … Allo stesso modo entriamo, anche con coloro che vivono accanto a noi, nei piccoli dettagli della loro salute, della loro consolazione, delle loro preghiere, dei loro bisogni: consoliamo, rechiamo sollievo con le attenzioni più minute; per coloro che Dio ci mette accanto sforziamoci di avere quelle tenere, delicate, piccole attenzioni che avrebbero tra di loro due fratelli pieni di delicatezza, e delle madri piene di tenerezza per i loro figli, al fine di consolare per quanto ci è possibile tutti coloro che ci attorniano ed essere per loro fonte e balsamo di consolazione, come lo fu sempre nostro Signore per tutti quelli che lo avvicinavano … Quanta consolazione, quanta dolcezza seppe portare a tutti coloro che gli si avvicinavano; anche noi, per quanto ci è dato, dobbiamo sforzarci di somigliargli in questa come in altre cose, passando per le vie di questo mondo santificando, consolando, recando sollievo il più possibile agli uomini». (da Antoine Chatelard, Charles de Foucauld, Verso Tamanrasset, Qiqajon 2002, pp. 146-157).

Foto: comunità di Palo Gordo, Venezuela.

Flavio Facchin omi