SENEGAL: Un aggiornamento da p. Claudio Carleo

Dakar, 20/09/2015

Carissimi benefattori,

eccoci pronti ad affrontare un nuovo anno pastorale dopo aver ringraziato Dio per quanto ci ha fatto vivere in quello appena conclusosi.

Personalmente è stato un anno ricco di novità. Come vi avevo già accennato, ho cambiato nuovamente di casa. Dall’esterno, si potrebbe quasi pensare che sono uno di quei religiosi difficili a collocare … avendo cambiato, nella mia ancora corta esperienza di vita consacrata, ben 5 comunità in 7 anni. Ma le ragioni sono altre … solo Dio (e i superiori!) conoscono. 

Quest’anno sono stato al Prenoviziato degli Oblati a Castors, Dakar. Insieme a p. Jean Maurice SENE e a p. Gennaro CICCHESE, ci siamo presi cura di 19 giovani (18 senegalesi e un bissau-guineano) che aspirano alla vita oblata. 

12122702_1636617266591797_8428837509574657367_nIl Prenoviziato della Delegazione dura tre anni, durante i quali si studia il ciclo istituzionale di filosofia al Centro Sant’Agostino. La vita è ritmata come in tutte le case di formazione: preghiera, corsi di filosofia, pasti, lavoro in giardino, studio personale, scuola di canto e musica, esperienze pastorali (catechismo, visite ai marinai di passaggio al porto di Dakar, visite ai giovani detenuti del Carcere minorile), manutenzione della casa, … 

Ammetto che non è stato sempre facile e sono certo che i giovani prenovizi potrebbero dire la stessa cosa. La formazione è esigente. Mi ha impressionato questa frase di Romano Guardini che ho trovato citata da qualche parte e che ho scritto bene in vista sulla mia scrivania: “Il primo fattore formativo è ciò che l’educatore (formatore per me) è; il secondo è ciò che egli fa; solo il terzo è ciò che egli dice” (Le età della vita, Vita e pensiero, Milano 1992, 55). La gioia più grande è stata quella di accompagnare alla fine dell’anno 3 dei prenovizi con cui ho condiviso quest’anno (più un quarto che veniva da un’esperienza di stage) all’aeroporto: direzione il Novizato di Ngaoundere in Camerun. 

In questo nuovo anno pastorale, i prenovizi saranno 12: 3 di primo anno, 6 di secondo anno e 3 di terzo anno. 


Pur non essendo più sul territorio della nostra parrocchia di Parcelles (il prenoviziato è a circa 6 kilometri … ma almeno mezz’ora di macchina con il traffico che c’è qui), ho continuato a dare una mano in diversi aspetti della pastorale. Non sono più il cappellano dei giovani ma ho seguito in particolare il gruppo dell’evangelizzazione. Anche quest’anno abbiamo organizzato la visita ai giovani durante la quaresima. Il frutto più bello è stato l’arrivo di un nuovo nato nella grande famiglia oblata: la JOb, Jeunesse Oblate (Gioventù Oblata). I giovani che hanno partecipato alle due settimane di evangelizzazione, dopo aver fatto esperienza del carisma oblato in azione, hanno chiesto di conoscere di più la realtà degli Oblati. Abbiamo cominciato così un percorso di approfondimento della vita di Sant’Eugenio, il nostro fondatore, e della congregazione. I giovani ne sono entusiasti. Pian piano stanno cercando di capire come incarnare nel quotidiano questa chiamata al carisma missionario che ormai sentono proprio.

La parrocchia ha vissuto un periodo di lavori in casa. La chiesa, costruita agli inizi degli anni ’80 dai primi oblati venuti in Senegal, necessitava qualche rifacimento, in particolare andava sostituito il tetto in lamiera che era consumato. Durante sei mesi di collocazione provvisoria nella cappella del CSPA (là dove ero l’anno scorso e là dove diversi dei nostri bambini adottati studiano), si è così proceduto al rifacimento del tetto e all’allargamento della struttura per evitare ogni domenica di dover piazzare dei banchi nel cortile esterno della chiesa. Tutto ciò è stato fatto, oltre che con dei doni di alcuni enti, con le contribuzioni dei parrocchiani: ogni parrocchiano, adulto o bambino, aveva la sua partecipazione mensile da gennaio a giugno per i lavori della chiesa. Nel mese di agosto siamo così potuti ritornare nella nostra chiesa rifatta a nuovo.

12091289_1636615509925306_1598283460947516186_oOgni settimana mi rendo presente in parrocchia per seguire i nostri bambini e adolescenti adottati. Sono un bel numero e vi ringrazio per il bene che ci date la possibilità di fare. Ognuno di loro è una
storia particolare. A volte si gioisce per i buoni risultati, altre volte si soffre, altre volte si resta senza parole di fronte a situazioni di miseria che paiono inspiegabili. Un’altra frase che ho scritto sulla mia scrivania è di Joseph Wresinsky: “La miseria non è una fatalità, non è una maledizione dell’umanità contro la quale gli uomini non possono fare nulla. La miseria è opera degli uomini, solo gli uomini possono distruggerla!”. Vi ringrazio di cuore perché, seppur come una goccia nel mare, proviamo a invertire questa rotta e permettere di eliminare la miseria e restituire dignità.

Quest’anno sono stato molto contento per Michel, un ragazzo di etnia bassari, un’etnia poco presente in parrocchia. Avevo conosciuto Michel qualche anno fa, in uno dei ritiri di quaresima organizzati con i giovani in parrocchia. Michel era spesso da solo, un po’ isolato. Timido ma di cuore buono e semplice. I genitori vivono a Kedougou, nel profondo est del Senegal; lui vive da sua sorella che è sposata con dei bambini. Alla fine dell’anno scorso abbiamo parlato un po’ … era triste perché non era riuscito a superare l’esame di maturità. In più la sua situazione a Dakar si complicava: la sorella traslocava e non sapeva se avrebbe potuto continuare ad ospitarlo. Un po’ come una scommessa, abbiamo iscritto Michel al CSPA, scuola privata di buona qualità con cui collaboriamo. Nonostante i risultati nazionali mediocri di quest’anno all’esame di maturità, Michel ha passato l’esame. Difficile esprimere a parole la sua gioia e il senso di riconoscenza.

Quest’anno dovrei restare al Prenoviziato … inch’Allah! Grazie di cuore e buon anno,

p. Claudio Carleo omi

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