Parole di missione: Discepoli missionari

Come la vita viene trasmessa di generazione in generazione, così la fede si trasmette per mezzo del Battesimo, il sacramento che ci rende figli di Dio in una trasmissione continua della Grazia. L’opera della trasmissione della fede fonda l’identità e la vocazione missionaria dei battezzati: «In virtù del battesimo noi diventiamo discepoli missionari, chiamati a portare il Vangelo nel mondo… Tutti i battezzati sono chiamati a essere discepoli missionari vivendo e trasmettendo la comunione con Dio, trasmettendo la fede» (Papa Francesco). 

Siamo discepoli perché riceviamo la fede e missionari perché trasmettiamo la fede. Ogni cristiano è discepolo e missionario, ogni missionario è allo stesso tempo discepolo e missionario.

Ogni cristiano è discepolo perché chiamato a vivere unito al Signore nel quotidiano della sua vita, nelle vicende di ogni giorno, nel lavoro e nelle occupazioni, lasciandosi guidare dal Maestro e dallo Spirito Santo. «L’essere missionario» di ogni battezzato implica innanzitutto lo stare con il Signore per conoscerlo, per lasciarsi formare da Lui, per lasciarsi amare e per amarlo. 

Questa è un’esperienza importante: siamo chiamati a stare con il Signore perché è Lui, al centro del nostro cuore, il nostro tesoro e la ragione del nostro essere ed è ancora Lui la sorgente della nostra missionarietà. Sta a noi trovare il tempo necessario per stare con Dio, quel Dio con il quale viviamo e che poi annunciamo e testimoniamo. Abbiamo bisogno di stare con Lui perché le nostre parole e la nostra vita siano sempre rinnovate. Siamo presi da tante occupazioni: per la nostra famiglia, per il lavoro, per gli impegni parrocchiali, nel servizio alla Caritas o nella catechesi, o semplicemente per il bene che realizziamo personalmente o con qualche gruppo. 

Ogni cristiano è missionario perché la vocazione della Chiesa è quella di evangelizzare e l’impegno di ogni battezzato è donare il Cristo: «Se Cristo ti attrae, ti muovi e fai le cose perché sei attratto da Cristo… non c’è bisogno di dimostrarlo, tanto meno di esibirlo» perché il fuoco che c’è nel proprio cuore possa accendere altri cuori. La gioia e l’entusiasmo della missione sono segni di vitalità e di creatività: guai a noi se vivessimo nella mediocrità, non è questa la nostra vocazione, non è questo il nostro modo di essere cristiani. Siamo portatori della Grazia di Dio, siamo gli ambasciatori di Dio, siamo i discepoli del Signore e i suoi missionari. Siamo discepoli missionari. Cosa posso fare per la Chiesa? Cosa posso fare per l’umanità? Offrire il mio impegno con passione e umiltà. Con passione per far trasparire ciò che c’è in noi, con umiltà per cooperare con altri alla realizzazione del Regno di Dio. Siamo missionari non solo per annunciare, ma anche per farci vicini ai bisogni dell’altro, ai suoi problemi, alle sue fatiche, alle sue gioie.

Gesù dà inizio alla sua vita pubblica proclamando e realizzando le parole del profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà ai prigionieri»

Siamo innanzitutto consacrati a Dio nel Battesimo e la vita di Dio si posa su di noi. In seguito, siamo chiamati a seguire il Signore come discepoli e siamo inviati da Lui come missionari del suo Vangelo. Siamo chiamati per stare con Lui, per rimanere con Lui, uniti a Lui. Siamo inviati nel suo nome per condividere la ricchezza di Dio che c’è in noi.

È la «vita in Cristo» che dice ciò che siamo: il discepolo è un innamorato di Gesù. È la «vita in Cristo» che esprime ciò che facciamo: il missionario è un appassionato di Gesù e arde dal desiderio di rivelarlo al mondo. Siamo discepoli innamorati e missionari appassionati. Chi segue il Cristo non può che diventare missionario, l’essere discepolo comporta la dimensione missionaria. Tutto il popolo di Dio ha come orizzonte la missione. Tutti possono confessare la missione nella condizione in cui si trovano. La missione della Chiesa (Gesù) non è competenza esclusiva di alcuni gruppi particolari. «In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario… Ogni battezzato è un soggetto attivo di evangelizzazione… Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù: non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo “discepoli-missionari”» (papa Francesco).

Flavio Facchin omi