Guinea Bissau: Lettera da p. Pippo Giordano

Farim 8 aprile 2017

Carissimi,

Vi racconterò soltanto alcune cose che mi sembrano più importanti.

L’anno scorso ero rimasto meravigliato dell’effetto che aveva fatto l’uscita della corale e di un gruppo di bambini di Farim in occasione della benedizione della Chiesa di Sant’Eugenio di Sandjal, non soltanto sulla comunità di Sandjal e su tutti i suoi ospiti di quel giorno, ma soprattutto sui giovani e i bambini stessi che avevano effetuato questa uscita missionaria. Avvicinandosi il Natale ho pensato di ripetere ed allargare l’esperienza con i bambini. Così ho chiesto a Suor Madalena, che aveva cominciato a seguire la corale, di preparare un teatrino sulla nascita di Gesù, alcuni canti e danze per annunciare la gioia di Natale in alcuni villaggi. La settimana dopo Natale siamo stati con una dozzina di bambini, la suora e una animatrice, in dieci villaggi piccoli e più grandi, vicini e lontani fino alla frontiera con il Sénégal. Il “successo” é stato sorprendente. Quei quaranta minuti dei bambini valevano molto più che tutte le mie prediche. Ho constatato come i bambini possono evangelizzare altri bambini e anche tutta la comunità. Qualche biscotto alla fine dello spettacolo dava del concreto alla grande gioia che era in tutti i cuori. Due segni che mi hanno colpito durante questa tournée: una rappresentanza del villaggio di Sankalankò è venuta nel piccolissimo villaggio di Madina per chiedere un aiuto per la scuola che hanno cominciato a costruire; quasi tutto un villaggio, Ginigon, si è spostato a Temento, villaggio di catecumeni, per chiedere la catechesi anhe da loro. Spero di ripetere la stessa esperienza dopo Pasqua anche se il tempo a disposizione sarà molto inferiore.

Intanto abbiamo dovuto riorganizzare la catechesi nella zona di Sandjal, perchè i villaggi che la richiedono sono più numerosi. Per fortuna che abbiamo il nostro bravo Samba Indjai, che si sposta ogni giorno da Sandjal per andare in un altro villaggio. Lo faceva in bicicletta ed anche a piedi, quando la bici era in panne. Ultimamente siamo riusciti a procurargli una moto, così quando sarà in panne potrà andare in bicicletta. Tutto questo fervore nella zona è stato suscitato dalla costruzione della chiesa di Sandjal che per loro è importante perchè dà visibilità alla loro fede e costituisce un punto di riferimento certo. Un’altro villaggio di catecumeni, Temento, nel secondo anno di cammino, ha preparato più di duemila mattoni di terra seccati al sole e tagliato due palme per il tetto della chiesetta che vogliono costruire nel loro villaggio. Li aiuteremo con lo zinco e con il cemento necessari per il tetto, il suolo e un intonaco esterno.

La nostra scuola di Farim quest’anno ha conosciuto un grande aumento di alunni. Siamo passati da 460 a 590. C’è una classe in più con una trentina di alunni, ma c’è soprattutto il bisogno di una scuola seria che il governo non riesce a dare ancora. Dopo la farsa dell’anno scorso, anche quest’anno si è cominciato con scioperi che sono andati praticamente fino all’inizio di gennaio. Non sappiamo come finirà quest’anno. Ma anche da noi dobbiamo fare meglio per formare una gioventù che sarà capace di rompere con l’andazzo attuale e di prendere seriamente in mano le redini di questo paese. Quest’anno la direzione di Farim è passata in mano ad un laico, a causa dell’assenza della suora direttrice. Avremmo bisogno di seguire meglio le scuole di Mansaba e Sandjal e di dare un appoggio più importante, soprattutto per la formazione dei maestri, in altri villaggi. Ma dovremmo “inventare” una equipe capace di fare questo lavoro imprimendo una nuova visione e un nuovo impegno. Dobbiamo scegliere anche se continuare con le ultime tre classi del liceo, rispondendo alla domanda di tutta la città e dintorni, o fermarci al livello della nona, corrispondente al secondo superiore. Per amdare avanti ci vuole prima di tutto questo impegno nuovo, ma anche altre classi (che bisognerebbe costruire) e altri professori che siano capaci di entrare in un’ottica di servizio alla gioventù e al paese, piuttosto che restare nella logica egoista della fine del mese. Forse la vostra reazione e la vostra solidarietà potranno spingerci a sviluppare questo servizio importante per tutta la regione. Nel frattempo daremo una mano alla scuola di Sankalankò, per coprire quello che il villaggio ha già costruito.

Anche il settore dela salute va avanti bene, con il lavoro assiduo di fratello Benoit che si occupa dei bambini denutriti al centro e segue 13 ambulatori sparsi quasi in tutto il territorio della missione e nella missione di Bigène, con distanze che variano da 3 a 45 kilometri. Nel mese di gennaio abbiamo festeggiato i 10 anni di casa Emanuele ed è stata una occasione per ripercorrere il cammino di questi anni e riflettere sul come continuare. La cosa che viene in evidenza è la necessità di formare qualcuno dei nostri giovani per dare un seguito qualificato a tutto questo lavoro. Inoltre dobbiamo fare uno sforzo più grande per la formazione continua dei nostri agenti di salute comunitaria e di tutte queste mamme che vengono con i figli denutriti. Dovremmo aiutarle di più a capire perchè sono denutriti e cosa possono fare nel villaggio e in ogni famiglia per evitare queste situazioni.

Questo periodo è importante anche per lo scavo dei pozzi perchè siamo nei mesi più lontani dalle piogge e le falde acquifere sono scese ai livelli minimi. Abbiamo potuto scavare 5 pozzi a Sandjal Solindo e 9 a Sandjal centro. Si tratta di pozzi facili e non profondi perchè scavati nelle risiere per dare la possiilità a gruppi consistenti di donne di fare degli orti. Questo fatto è molto importante perchè il regime alimentare è molto povero e se si possono aggiungere delle verdure e dei legumi ci sarà un miglioramento anche a livello della salute delle popolazioni. È importante anche perchè procurerà dei nuovi piccoli introiti che permetteranno alle mamme di mandare i figli a scuola, di comprare il sapone, qualche vestito e tutto quello che è necessario nelle famiglie. In questo momento l’equipe dei pozzaioli sta a Fayer, un villaggio di un centinaio di abitanti che non aveva acqua. Penso che potranno averla abbondante prima di Pasqua, se le pietre che si sono trovate a tre metri dal suolo non diventano troppo dure entro i 12 metri previsti.

Intanto prepariamo Pasqua, cercando di arrivare nella maggior parte dei villaggi. Purtroppo qui i viaggi sono un’impresa difficile a causa delle piste impossibili. Nessuno se ne occupa e l’acqua del periodo delle piogge scava a suo piacimento, soprattutto dove ci sono dei dislivelli. Quando devo uscire di mattina ed anche il pomeriggio in villaggi diversi, vi assicuro che la serata non sarà dolce, ma con mal di schiena ed altri acciacchi, senza contare quelli delle macchine che sono sottoposte sempre a prove difficili. Stiamo preparando 54 giovani catecumeni al battesimo che celebreremo la notte di Pasqua. Tutti hanno seguito molti anni di catechesi, molti di loro sono già impegnati nelle comunità. Si tratta di aiutarli a comprendere che l’impegno con Gesù è il più importante della loro vita, quello che può dare un senso nuovo a tutte le loro aspirazioni e può aiutarli in un servizio ai loro fratelli capace di produrre novità di vita in un paese fossilizzato dalla povertà generalizzata. È sempre una esperienza sorprendente camminare con loro, constatare il lavoro dello Spirito nei loro cuori, accogliere i loro desideri più belli e purificarli alla luce del Vangelo. Dopo Pasqua seguirò più da vicino un gruppo meno numeroso di cristiani che si preparano alla cresima (21 maggio). Dopo almeno due anni dal battesimo, anche loro sono chiamati ad un impegno più profondo e ad un servizio quaificato per tutta la comunità.

Vi assicuro della mia unità e della nostra preghiera in questo momento importante dell’anno liturgico. Sono sicuro della vostra solidarietà che ci sostiene. Che la Pasqua ci apporti la vita nuova e la luce del Risorto che vive in mezzo a noi.

p. Pippo Giordano omi