Sobuj Samuel Simsang è un Missionario Oblato di Maria Immacolata del Bangladesh e dal 2018 si trova nella missione oblata in Corea del Sud. In questo Paese ci sono sei Oblati: due italiani, due coreani e due bengalesi. Padre Samuel lavora insieme a padre Maurizio Giorgianni nel servizio per i migranti nella diocesi di Suwon, vicino a Seoul.
Samuel, come mai ti trovi in Corea del Sud?
È semplice: sono stato inviato qui come missionario. Come tutti gli Oblati, anch’io ho ricevuto la Prima Obbedienza dopo la mia Ordinazione Sacerdotale ed è stata quella di lasciare il mio Paese e di andare in Corea del Sud come missionario. Fin dagli inizi della mia vita oblata ho coltivato il sogno di andare in missione. Quando ciò mi è stato chiesto ho risposto subito di sì e l’ho accettato con gioia. Sono arrivato in Corea del Sud e mi sono unito alla Missione Oblata il 2 febbraio 2018.
Quali sono i tuoi impegni missionari?
La mia missione è con i lavoratori migranti nella diocesi di Suwon e con me ci sono altri due Oblati che lavorano con i migranti. Nella diocesi di Suwon esiste un ufficio per l’assistenza sociale che ha una commissione per i migranti. Un sacerdote è responsabile di questa commissione e operiamo in undici centri per i migranti chiamati “Emmaus” e tre centri educativi per bambini. Ogni centro “Emmaus” ha come coordinatore un sacerdote e ogni centro educativo una suora.
Tu, Samuel, di cosa ti occupi in particolare?
Sono responsabile di un centro chiamato “Baran Emmaus Community” nella città di Hwasong. La maggior parte dei membri della nostra comunità proviene dalle Filippine, dal Vietnam e dal Pakistan. Fra i migranti ci sono sia lavoratori che studenti. Noi li aiutiamo ad affrontare i diversi tipi di problemi cui devono far fronte; oltre a problemi materiali, problemi di alloggio, problemi legali e di salute, si trovano anche ad affrontare il bisogno di vivere la loro fede. Per questo, oltre alle necessità quotidiane, assicuriamo loro un accompagnamento spirituale, dei momenti di preghiera insieme, delle celebrazioni eucaristiche. Regolarmente vengono organizzati dei ritiri spirituali per la loro crescita spirituale.
Samuel, ancora una domanda: cosa significa per te essere missione?
La Chiesa è per sua natura missionaria e continua incessantemente l’opera di portare e predicare la Buona Novella di Cristo al mondo. Ogni battezzato è anche missionario e siamo tutti invitati a testimoniare Gesù con il nostro stile di vita. Anch’io sono missionario e mi sento missione. Questo lo sarebbe anche senza il fatto di essere stato inviato in un altro Paese: anche nel mio Paese di origine sarei stato missionario. Inoltre, sono missionario come Oblato di Maria Immacolata, con lo stile di missione che ci è proprio, con il nostro carisma per la gente e per i poveri, con la nostra spiritualità. Come Oblato ho un amore particolare per Gesù, che è la mia forza; allo stesso tempo nutro un amore particolare per la Chiesa cui appartengo. E, ripeto, ho a cuore i poveri cui sono inviato per servirli e per essere per loro un Vangelo. Infine, Maria Immacolata è per me guida, modello e ispirazione. Vivendo fedelmente la mia vocazione oblata sono missione e missionario ovunque mi trovo.
A cura di padre Flavio Facchin omi