THAILANDIA: in missione nella foresta

Carissimi benefattori

Quest’anno 2017 è stato un anno pieno di sorprese, un anno nel quale la mia vita è totalmente cambiata e la mia esperienza missionaria ha assunto dei risvolti totalmente nuovi.

Sono ormai otto mesi che vivo nella mia nuova destinazione, un piccolo villaggio di montagna e da qui devo prendermi cura di due piccole parrocchie disperse tra i monti. Mankhaw, il villaggio dove risiedo, conta circa duecento cattolici, ma non tutti, e non è certo una novità, vengono a messa tutte le domeniche. A dire il vero alcuni di questi “saltuari” hanno delle ragioni. I miei parrocchiani, infatti, sono dei contadini un po’ speciali, sono dei contadini poveri di montagna. Quando i due elementi appena accennati si mettono insieme creano, come potete immaginare, una situazione piuttosto difficile. I fedeli della mia parrocchia si alzano presto la mattina e vanno ai campi, a piedi, naturalmente, i più giovani in moto magari. La montagna non è un ambiente amichevole specialmente se le risaie o i campi di granturco sono a diversi chilometri di distanza dalla propria abitazione. Certo un tale allenamento rende forti, ma il corpo invecchia presto e quando il fisico si logora diventa davvero arduo fare un tipo di lavoro così pesante. I pendii scoscesi non sempre hanno terra fertile e il frutto di tanta fatica è spesso esiguo, basta appena per procurarsi il riso fino alla stagione successiva e, con un po’ di fortuna, a venderne qualche eccedenza per comprare le sementi per la successiva semina.

Mankhaw è un villaggio situato nel profondo delle montagne tailandesi e da qui è molto difficile spostarsi, specialmente nella stagione delle piogge, ecco perché i bambini dei miei parrocchiani frequentano una piccola scuola gestita dalla Polizia di Frontiera (nessun maestro accetterebbe di trasferirsi nella foresta col rischio di rimanere isolato per lunghi periodi dell’anno). La scuola elementare ha circa una sessantina di bambini, dalla prima alla sesta elementare e, spesso, le lezioni sono fatte a classi “unificate” per mancanza di insegnanti. Il livello di istruzione, come si può immaginare, è minimo, ma almeno i ragazzini imparano a leggere e a scrivere. Molti di questi bambini sono cattolici, frequentano la nostra parrocchia e partecipano alle regolari attività che noi proponiamo.

Fa tenerezza vedere la semplicità e la capacità di relazione di questi ragazzini, come sappiano divertirsi stando insieme e come abbiano imparato a comportarsi con educazione e rispetto verso gli altri. Difficilmente litigano, di solito sono allegri e gioviali. Certo un ambiente così isolato comporta forti rischi per la loro crescita: la mancanza di opportunità, la difficoltà a scoprire i propri talenti e a usarli con frutto crea frustrazione e, spesso, i ragazzi in particolare, iniziano a bere presto e magari a far uso di sostanze non proprio salutari. È scioccante vedere un adolescente privo di motivazioni, incapace di impegnarsi in qualcosa di costruttivo e gratificante, un giovane che non ha altro scopo nella vita che una bevuta con gli amici.

Il mio compito qui è quello di aiutare, per quanto possibile, questi ragazzini a realizzarsi dando loro delle opportunità. Con i miei confratelli abbiamo preso l’impegno di provvedere ai loro studi cominciando dalle elementari fino alle superiori. Il mio predecessore ha iniziato a mandarli in alcune scuole cattoliche, in città, dove forniscono una buona educazione. I responsabili di queste scuole non chiedono una retta, come fanno con gli altri ragazzi più abbienti, domandano un contributo per il materiale scolastico. Non è poco se si considera che questo contributo si aggiunge alle spese di viaggio (qui molto elevate data la posizione del villaggio) e diventa un impegno economico gravoso per gente che non guadagna più 100-150 Euro al mese.

In questo Natale vorrei regalare ai miei ragazzi una piccola biblioteca e una stanza per la musica, un ambiente sano dove possono stare insieme, divertirsi, apprezzare la bellezza di un bel libro e della musica. Un ambiente dove poter scoprire i propri talenti attraverso degli stimoli positivi, un piccolo regalo che riuscirò a far loro anche grazie al vostro aiuto.

Buon Natale a tutti e grazie per la vostra continua preghiera e la generosità con la quale aiutate la mia missione.

p. Domenico Rodighiero OMI