GUINEA BISSAU: testimoni per un mondo nuovo

Carissimi amici,

Un saluto a tutti dalla Guinea Bissau.

È da tanto tempo che penso di scrivere una piccola lettera di aggiornamento. Cerco di farlo ora.

Come molti sanno, mi trovo nella missione di Antula, un quartiere di Bissau, capitale della Guinea Bissau. Il Vescovo ha affidato a noi, Missionari Oblati, questa grande parrocchia, che comprende parte di città e parte di periferia. È una zona in continua espansione e per questo anche il lavoro pastorale richiede la presenza di una comunità che possa rispondere alle necessità della parrocchia.

Stiamo ancora lavorando per la costruzione della chiesa; in effetti nella nostra zona non è mai stata costruito un luogo di culto; per le varie celebrazioni, si è usato (e si usa) lo spazio all’aperto o un salone della scuola. Grazie a Dio, i lavori per la chiesa proseguono bene, anche se molto rimane da fare. Dobbiamo ringraziare tante gente generosa che ci ha aiutato. Ringraziamo alcuni amici di Milano e altrove, che sono venuti sul posto a dare il loro contributo e che continuano ancora con l’invio di materiale e con consigli tecnici. Grazie a tutti quelli che vorranno aiutarci a completare quest’opera.

La Guinea Bissau, come ho detto altre volte, è uno stato, oserei dire, in perenne instabilità. Per questo motivo sono pochi quelli che investono in questo paese, dal momento che, o per un colpo di stato o per i continui cambi di Governo, rischiano di perdere tutto. Non essendoci industrie o fabbriche, è un problema trovare un lavoro, e le conseguenze si possono ben immaginare: fuga dei giovani, corruzione, passaggio di droga ecc. La droga viene dall’America Latina e passa, fra altri stati, anche dalla Guinea Bissau, per continuare verso il Sahara e l’Europa, con il beneplacito (e grande vantaggio) di alcuni di quelli che sono al potere.

In questo contesto difficile la Chiesa ha un compito importantissimo: essere luce, formare le coscienze, aiutare a non perdere la speranza.

In questo ultimo tempo il vescovo mi ha chiesto di liberarmi dagli impegni parrocchiali e di occuparmi di più per la formazione dei seminaristi e di chi entra nella vita religiosa. Nella mia vita ho sempre desiderato fare il missionario in mezzo alla gente, ma sono convinto che anche questo compito è importante e che anche in questo modo si è missionari. Abbiamo bisogno di persone che prima di annunciare siano testimoni, e per questo la formazione umana e cristiana deve essere prioritaria. Papa Francesco, un paio di anni fa, incontrando i seminaristi di Roma, fece loro una domanda: Cristo è il vostro solo e unico interesse? Non aspettò la risposta, ma la diede lui stesso: se non lo è, è meglio prendere un’altra strada.

Ogni cristiano dovrebbe porsi una domanda simile, ma chi si sente chiamato alla vita sacerdotale o religiosa dovrebbe interrogarsi ogni giorno e impegnarsi a una vita di coerenza e di verità.

In un mondo dove tanti valori di giustizia, di verità, di moralità, vengono calpestati, abbiamo bisogno di persone che sappiano essere testimoni autentici per contribuire a costruire un mondo nuovo.

Termino qui queste poche righe e mando a tutti un saluto anche a nome dei miei confratelli di comunità: P. Giancarlo, P. Georges, P. Roberto e il Diacono Joseph.

In allegato due foto della chiesa in costruzione e una di noi missionari oblati delle tre missioni della Guinea Bissau. Oltre ad Antula infatti, siamo a Farim (nel Nord) e a Cacine (nel Sud).

Il Signore ci guidi sempre e faccia di noi apostoli gioiosi del Vangelo.

p. Celso Corbioli